L'Arteterapia

Diffusasi dopo gli anni ’50 in seguito ai progressi della ricerca medica in farmacologia, l’Arteterapia, si è palesata come nuova prospettiva di cura nella psichiatria e non solo.
L’Arteterapia include l'insieme delle tecniche e delle metodologie che utilizzano le attività artistiche visuali (e con un significato più ampio, anche musica, danza, video, teatro, marionette, costruzione e narrazione di storie e racconti) come mezzi terapeutici, finalizzati al recupero ed alla crescita della persona nella sfera emotiva, affettiva e relazionale.
Può essere dunque un intervento di aiuto e di sostegno, di crescita personale e sviluppo delle proprie capacità e della personalità, sia di mediazione verbale che non-verbale. L'uso dei materiali artistici si fonda sul presupposto che il processo creativo messo in atto nel “fare arte” produce benessere, salute e migliora la qualità della vita.
Attraverso l’espressione artistica facilitata da un Arteterapeuta adeguatamente formato è possibile incrementare la consapevolezza di sé, fronteggiare situazioni di difficoltà e stress, esperienze traumatiche, migliorare le abilità cognitive, sostenere le varie fasi dello sviluppo della personalità (anche fin dalla prima infanzia) e godere del piacere che la creatività artistica, affermando la vita, porta con sé.
L'intervento tende ad attivare diverse modalità di comunicazione che aumentano l'autostima e la possibilità di percepirsi, da parte di chi ne usufruisce, come individuo capace di fare e di esprimere, in un contesto di relazione con il gruppo in cui è inserito. Attraverso l’Arteterapia si ha la possibilità di attivare risorse che tutti possediamo: la capacità di elaborare il proprio vissuto, dandogli una forma, e di trasmetterlo creativamente agli altri. Si tratta di un processo educativo, laddove “educare” sta per educere, “portare fuori”: far emergere la consapevolezza ed una maggior conoscenza di sé mediante la pratica espressiva, l’osservazione ed il confronto.
Nell’orientamento di Edith Kramer (Artista e Arteterapeuta, che già dagli anni ’30 e ’40 ha praticato da iniziatrice questo approccio), l’arte come terapia viene concepita come mezzo di sostegno dell’Io, ed espressione del Sé, in grado di favorire lo sviluppo di un senso di identità e promuovere una generale maturazione ed integrazione.
La metodologia si avvale di esercizi grafomotori legati alla psicomotricità, del “bagno affettivo”, dell’uso della pittura espressiva, dell’impiego di ogni singola tecnica o genere artistico mirato al tipo di esigenza dei singoli casi o dei gruppi,  dell’utilizzo di schede di valutazione e verifica (nei casi in cui ne occorra il bisogno: scheda di valutazione della grafomotricità della scrittografia e della pittografia; scheda di valutazione grafometrica della scrittura, del disegno, della pittura e del modellato).
Attraverso l’osservazione delle posture corporee, della posizione del braccio si potranno vedere i movimenti che saranno elaborati sul foglio.
Un’importanza di rilievo di questo tipo di intervento è data dalla comunicazione non verbale, una comunicazione che prescinde e va oltre da quelli che sono i canali di comunicazione ordinari, che si fa carico di un vero e proprio vissuto emotivo intimo e profondo, agito attraverso la rappresentazione e il porsi in relazione fisicamente nello spazio e con i vari supporti e materiali di tipo diverso.